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Trento, 3 dicembre 2009
I Diritti dell’ Infanzia e dell’adolescenza
Intervento di Lucia Coppola in Consiglio comunale di Trento
in occasione della discussione dell’ordine del giorno

Questo è un ordine del giorno molto importante e mi auguro davvero che il suo dispositivo trovi piena affermazione e realizzi azioni concrete.

La mia attenzione naturalmente è andata subito ai bambini del Sud del mondo che in questi giorni del vertice FAO, al summit di Roma, sono saliti all’attenzione dei media.

I numeri snocciolati e il drammatico allarme lanciato dal presidente della FAO Jacques Douf ci dicono che ogni sei secondi un bambino muore di stenti. Quel bambino fa parte del miliardo e venti milioni di poveri e affamati che non hanno da magiare nel senso più semplice e letterale del termine. Nel 1996 i grandi di tutte le nazioni, riuniti come nei giorni scorsi con l’intenzione di mettere a punto strategie contro la miseria contavano che i disperati per la mancanza di cibo fossero 830 milioni e promettevano che entro il 2015 quella cifra sarebbe stata dimezzata. Oggi, sei anni prima di quella scadenza, è palese che non sarà possibile mantenere neanche l’ombra di quel proposito. Il presidente della Fao ha detto che ci troviamo di fronte alla peggior crisi di fame nel mondo degli ultimi quarant’anni. E in questa terribile crisi sono proprio i bambini a soffrire di più. I bambini dell’Africa o dell’Asia del Sud, delle megalopoli dell’America Latina. I bambini, le donne incinte, le mamme che allattano. E non c’è solo la fame, c’è l’AIDS, ci sono le guerre, le crisi politiche, i cambiamenti climatici che provocano immani catastrofi naturali. La combinazione di tutti questi fattori può compromettere il progresso verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio.

Tutto ciò richiede oltre a stanziamenti maggiori e certi, anche interventi più mirati per sostenere le economie locali, in particolare l'agricoltura, la tutela dei minori che come già detto sono quelli che più risentono degli effetti negativi dell’aumento dei prezzi alimentari, il sostegno e il potenziamento di programmi d nazionali in materia di nutrizione, l’accesso all’acqua e alle risorse sanitarie. La scuola per tutti. Accoglienza e sostegno per coloro che da situazioni ormai insostenibili raggiungono i paesi economicamente più sviluppati.

Un aspetto particolare delle problematiche appena accennate è quello emerso dal Rapporto Save the Children, su riscaldamento globale e generazioni future.

Ci dice che si piò morire di clima e i bambini di più. I cambiamenti climatici infatti rappresentano un'emergenza per l’infanzia dei bambini dei paesi poveri. Vivono nelle aree più esposte alle alluvioni, alle carestie e alle malattie e non sono in grado di proteggersi dai disastri naturali che aumenteranno con sempre maggior frequenza e forza. Il numero medio di sciagure naturali è cresciuto da una media di 200 ogni anno ai 400 attuali. Insomma i cambiamenti climatici sono la più grande minaccia alla salute dei bambini del ventunesimo secolo, perché i bambini rappresentano oltre il 50% del totale di molti paesi che si prevede saranno i più colpiti dai cambiamenti climatici.

E poi ci sono i nostri bambini, quelli italiani e quelli che lo sono diventati perché ci sono nati, in Italia, se pure da genitori stranieri o perché si sono trasferiti con la loro famiglia. Ci sono i bambini Sinti e Rom per cui l’inverno è la stagione più difficile e pericolosa. Per il freddo, le malattie ad esso collegate, i riscaldamenti precari e non sicuri.

Tutti loro hanno i medesimi diritti al cibo, alla casa, alla salute, all’istruzione, al gioco. Ma spesso di loro ci si dimentica perché li si assimila alle loro famiglie, se ne fa una questione etnica, razziale, culturale, religiosa. Così non dovrebbe essere, non solo sulla base della Dichiarazione ONU sui Diritti del Fanciullo del 1959 e di tutte le altre Convenzioni via via adottate dai governi nazionali e sovranazionali. Ma per il comune senso di appartenenza al genere umano che, come ebbe dire a Einstein mentre fuggiva dal nazismo e dalla persecuzione, tutti ci accomuna.

Quando pensiamo bambini, anche a quelli che vivono nell’opulento occidente, dovremmo farlo spinti da sentimenti di protezione e amore perché anche il nostro mondo spesso è crudele e non li tiene nel giusto conto; è un mondo difficile non sempre a loro misura, che mostra loro modelli davvero poco educativi, disvalori che possono facilmente lasciare il segno sui più piccoli, sugli adolescenti.

Un mondo, il nostro, dove la famiglia, la scuola e le istituzioni dovrebbero insieme costruire occasioni di crescita anche culturali per i bambini e li adolescenti. Raccontando loro di quanto questo grande mondo e le sue vicende, nel bene e nel male, siano saldamente collegate, di quanto gli uni siamo dipendenti dagli altri. Rendendoli consapevoli della fortuna e dall’assoluta casualità rappresentata dal nascere in un certo posto piuttosto che in un altro. Educandoli ad una mentalità aperta e curiosa degli altri, rispettosa di tutti. Alla pace, come valore assoluto e condizione perché tutto si possa realizzare. All’utilizzo consapevole delle risorse, al rispetto dell’ambiente, alla soddisfazione dei propri bisogni senza per questo indulgere nello spreco. All’impegno e all’aiuto vicendevole. Alla reciprocità e all’amicizia. Al dovere di essere bravi cittadini anche se bambini. A diventare persone migliori di quanto forse non lo sono state le generazioni che li hanno preceduti. A pensare in grande e a sognare, perché i sogni aiutano a vivere anche quando non si realizzano.

A conservare un cuore di bambino e occhi che sanno stupirsi, che sono la condizione per diventare grandi uomini. E grandi donne.

Lucia Coppola
Consigliere comunale dei Verdi e democratici del Trentino

 

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